Andrea Mantegna, Camera degli sposi

Quella che vedete sopra è una sezione del ciclo di affreschi che ricopre le pareti di una stanza collocata nel torrione nord-est del Castello di san Giorgio di Mantova. È la celeberrima Camera degli sposi, o Camera picta (“camera dipinta”) che Mantegna realizzò tra il 1465 e il 1474.

Il tema generale della raffigurazione è una celebrazione politico-dinastica della famiglia di Ludovico II Gonzaga nell’occasione dell’elezione a cardinale del figlio Francesco.

Nell’immagine si coglie il marchese Ludovico II Gonzaga seduto su un trono a sinistra, mentre tiene in mano una lettera e parla con un servitore dal naso adunco, probabilmente il suo segretario. Al centro troneggia seduta la moglie del marchese, Barbara di Brandeburgo, in posizione quasi frontale, con una bambina alle ginocchia che sembra porgerle una mela, forse l’ultimogenita Paola.

Ma la figura che a noi interessa è la nana di corte Lucia. Se guardiamo bene il particolare vedremo come questa fosse affetta da neurofibromatosi: possiamo notare delle macchie cutanee e i neurofibromi plessiformi sul dorso delle mani.

Andrea Mantegna, Camera degli sposi (Camera picta), 1465-1474.
Ciclo di affreschi nel torrione nord-est del Castello di san Giorgio, Mantova.

Quello che è incredibile è che la neurofibromatosi o malattia di von Recklinghausen (1833-1910) fu definita da quest’ultimo sul finire dell’Ottocento. Un esempio di come l’arte possa non solo narrare la medicina, ma addirittura anticiparla, descrivendo malattie emergenti o non ancora conosciute. L’opera di Mantegna diventa un documento visivo di grande valore, capace di rappresentare con incredibile realismo una condizione che sarebbe stata studiata scientificamente solo molti anni dopo. La scoperta di questa rappresentazione è stata resa possibile grazie alla ricerca della professoressa Raffaella Bianuccidell’Università di Torino, che ha pubblicato lo studio nel numero di ottobre 2016 della rivista The Lancet Neurology.

L’artista

Andrea Mantegna (1431-1506) è stato un pittore, incisore e miniaturista italiano, cittadino della Repubblica di Venezia.

Si formò nella bottega padovana dello Squarcione; venne a contatto con le novità dei toscani di passaggio in città quali Filippo Lippi, Paolo Uccello, Andrea del Castagno e, soprattutto, Donatello, dai quali imparò una precisa applicazione della prospettiva. Mantegna si distinse infatti per la perfetta impaginazione spaziale, il gusto per il disegno nettamente delineato e per la forma monumentale delle figure.

Il contatto con le opere di Piero della Francesca, avvenuto a Ferrara, marcò ancora di più i suoi risultati sullo studio prospettico tanto da raggiungere livelli “illusionistici”, che saranno tipici di tutta la pittura nord-italiana (si pensi al celebre “Cristo morto” esposto a Brera). Sposò Nicolosia, la sorella di Giovanni Bellini, divenendone il cognato.

Fonti

Fonti immagini:

Un commento

  1. Avatar di Antonella.derobbio@unipd.it Antonella.derobbio@unipd.it ha detto:

    esempio interessante!

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