Mi scuso con i lettori del blog per la rarefazione degli articoli negli ultimi tempi. Purtroppo, gli impegni della vita reale (mi verrebbe da dire della real life, per usare un termine tanto usato negli studi clinici) allontanano dall’accudimento delle proprie passioni e interessi.
Ma l’intenzione è rimediare da subito. Anzi, grandi progetti sono in cantiere. Presto, un’ampia sezione dedicata ai cosiddetti “tecnicismi collaterali”, per comprendere sempre meglio il linguaggio specifico della medicina.
Poi, un’altra sezione sulle centinaia di prefissi e suffissi in medicina, indispensabile per capire l’etimologia e la costruzione delle parole in questa disciplina.
E, con ogni probabilità, una nuova sezione di statistica medica per conoscere e approfondire i relativi termini, spesso così ostici.
Naturalmente, il completamento del dizionarietto, a partire dalla lettera P che trovate nell’apposita sezione. I termini compresi in questa lettera meritano più di un approfondimento.
Prendiamo, per esempio, i termini primitivo e primario. Oggi, specie nelle traduzioni, per via dell’inglese primary (i soliti sciagurati calchi semantici…), è tutto un fiorire di “primario”: infezione primaria, processo primario, malattia primaria e così via. In realtà, il termine non è sempre corretto, anzi. “Primario” esprime infatti un concetto di prevalenza, di importanza, come nel caso di una malattia i cui effetti dominano il quadro clinico, che sarà dunque senz’altro “primaria”. Ma quando il contesto è quello temporale, cioè qualcosa “che viene prima”, va impiegato il termine “primitivo”. Per esempio, un primo tumore è senz’altro “primitivo” e non “primario”, la sede originaria di un processo patologico è “primitiva”, e così via.
Pressione arteriosa e pressione sanguigna non sono la stessa cosa, anche se usati quasi sempre indifferentemente. Quest’ultima è la forza con cui il sangue viene spinto dalla pompa cardiaca nei vasi; prende il nome di “pressione arteriosa” quando scorre nel circolo arterioso, e “pressione venosa” nel circolo venoso. Quando si parla di misurazione è più corretto usare “pressione arteriosa” perché lo sfigmomanometro rivela la pressione che il manicotto esercita sull’arteria brachiale.
Anche palma e palmo della mano non sono la stessa cosa. La “palma” è la superficie interna della mano (opposta al “dorso”), compresa tra la fine del polso e l’attaccatura delle dita (in termini più tecnici, la superficie compresa tra il carpo e l’articolazione delle prime falangi delle dita); il “palmo” (o “spanna”) è la distanza compresa tra le estremità del pollice e del mignolo della mano aperta e distesa. La distinzione è piuttosto sottile e il genere maschile è sempre più diffuso anche per la prima accezione, al punto che l’Accademia della Crusca consiglia l’uso della forma “palma” nei registri più formali, mentre si può impiegare quella maschile in tutti gli altri casi.
Pronto Soccorso (preferibilmente con le iniziali maiuscole), termine tanto usato in questo periodo, non varia al plurale, mentre sentiamo dire, erroneamente, “pronti soccorso”, o “pronti soccorsi”.
Infine, una raccomandazione che sembra superflua, ma che nella mia esperienza non lo è: acetaminophen si traduce paracetamolo e non “acetaminofene” (di nuovo, i calchi semantici…), così – come già detto – epinephrine è “adrenalina” e non “epinefrina” e molti casi analoghi.
A prestissimo e, mi raccomando, si riparte e dunque seguitemi! Oggi, poi, pare che non sia solo il blog a ripartire ma l’interno nostro Paese, finalmente nelle mani migliori. P, dunque, come la Primavera che ci aspetta, e quale migliore Primavera di quella di Botticelli nell’immagine di apertura?