Malattia: quanti termini ci sono per definirla?

Malattia, morbo, patologia, sindrome, disturbo, e – ahimè – disordine…

Quanti termini ci sono per definire una condizione patologica?

La malattia è uno stato patologico causato dall’alterazione della funzione di uno o più organi, apparati o tessuti, di solito a carattere transitorio e reversibile. Si verifica quando fattori diversi, estrinseci o intrinseci, alterano le normali condizioni dell’individuo (in termini biologici, potremmo dire quando viene meno l’equilibrio omeostatico). La malattia, inoltre, è caratterizzata da manifestazioni di riscontro soggettivo e obiettivo che ne costituiscono la sintomatologia.

Morbo è equivalente di malattia, ma è un termine arcaico, di uso sempre meno frequente, anche perché veniva usato per indicare delle malattie poco conosciute, complesse, spesso incurabili e a decorso fatale; tutti elementi che la medicina moderna è riuscita per lo più a circoscrivere. Infatti, anche in quei pochi casi in cui ancora lo si sente usare, si preferisce di gran lunga l’impiego di “malattia” (è così per la malattia di Alzheimer, la malattia di Parkinson, la malattia di Crohn e altre ancora che sino a qualche tempo fa erano definite come morbo).

Con il termine patologia, non dimentichiamolo, si designa propriamente la branca della scienza medica che studia le cause e l’evoluzione delle malattie, e solo in senso esteso il termine viene usato anche con il significato generico di malattia.

Sindrome, invece, identifica un insieme di segni e sintomi considerato in sé, e che potrebbe essere manifestazione di una malattia o di malattie diverse. Si tratta quindi di un termine che si riferisce a un quadro clinico spesso difficilmente riconducibile a una causa univoca, a una condizione patologica a eziologia sconosciuta o varia o con caratteristiche non ben definite.

Infine, con il termine disturbo si designa un’alterazione nella funzionalità dell’organismo umano o di qualche sua parte, anche se per lo più di carattere psichico (disturbo bipolare, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo del comportamento alimentare… ).

Come si vede non ho considerato il termine disordine che, invece, purtroppo, impera, e che è un calco semantico dall’inglese disorder e che, vista la quantità di parole a disposizione nella nostra lingua, proprio non ha ragione di essere.

5 commenti

  1. federicaborgini ha detto:

    Grazie mille per questo blog davvero interessante! Mi permetto di aggiungere qualche spunto di riflessione con un articolo sulle tre dimensioni della malattia (biomedica, soggettiva e sociale) in cui mi ero imbattutta mentre preparavo la mia tesina sui registri di patologia come possibile strumento per combattere il disease mongering: https://www.docenti.unina.it/webdocenti-be/allegati/materiale-didattico/318846

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    1. Grazie a Federica Borgini per il suo contributo. Invito in special modo chi traduce testi di medicina a leggere l’articolo linkato, Aggiunge concetti importanti specie nel distinguere disease, illness e sickness.

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  2. Ombretta Metelli ha detto:

    Gentile Tiziano,
    riapro questo discorso perché oggi mi sono imbattuta nel termine “affezione”. Potrebbe trovare una collocazione nell’elenco proposto come sinonimo generico di “malattia”? E magari rappresentare un buon traducente dell’inglese “condition”, onnipresente nei testi medici?

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    1. … sì, certo. “Affezione” sta per “condizione morbosa/malattia”. Sembra parola desueta (nello Zingarelli ha il simbolo del trifoglio che contraddistingue le parole da salvare) però se pensi a “affetto da” è tutt’altro che inconsueta. Pare lo si usi specie per affezioni cardiache e polmonari: sempre sullo Zingarelli, facendo una ricerca avanzata, trovi “affezione bronchiale”, “affezione broncopolmonare”, “affezione tubercolare”, “affezione faringea”. Ma non farei distinzioni… il significato di condizione morbosa/malattia è evidente.

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  3. Ombretta Metelli ha detto:

    Grazie per la conferma. A me questo termine piace e d’ora innanzi lo userò con maggiore disinvoltura, soprattutto dopo aver scoperto che è una parola da salvare!

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