Ancora sulle sigle e gli acronimi in medicina

Ho ricevuto diverse richieste di approfondimenti sul tema “sigle e acronimi in medicina” e quindi aggiungo alcune precisazioni all’ultimo articolo  pubblicato.

Alcuni mi chiedono chiarimenti circa l’uso delle sigle derivanti dall’inglese piuttosto che dall’italiano. È ovvio che prevalgono le prime, tuttavia alcune italiane hanno pieno diritto di essere. Pensiamo a SNC per sistema nervoso centrale, certamente preferibile a CNS (central nervous system), o LES per  lupus eritematoso sistemico in luogo di SLE (systemic lupus erythematosus), o semplicemente a TC e RM per tomografia computerizzata e risonanza magnetica, rispettivamente, invece delle inglesi CT e MR. Altre sigle se la giocano alla pari, come PA per pressione arteriosa e l’equivalente BP (dall’inglese blood pressure).

Semmai si pone il problema che una commistione delle due forme, dall’inglese  e dall’italiano, in uno stesso testo, non è ideale.…

Un’altra questione sollevata, molto “fine” direi, e quindi complimenti a chi l’ha posta, è l’uso dell’articolo davanti alle sigle. In linea di massima, l’articolo si concorda con il numero e il genere della denominazione completa, con qualche eccezione come per esempio l’AIDS, che pur essendo una sindrome (e quindi femminile) viene trattata al maschile (l’AIDS sta per lo AIDS).

Della questione si è occupata anche la prestigiosa Accademia della Crusca che afferma che per le sigle in cui la prima lettera è una vocale si usano gli articoli prevocalici (l’, gli, un) nel numero e genere richiesto da quella particolare sigla, mentre per le sigle che cominciano per consonante si distingue tra quelle che sono pronunciate o possono essere pronunciate come una sola parola e quelle che sono pronunciate per lettere distinte. Per chi volesse approfondire, qui.

Chiudo ricordando alcuni siti internet che si configurano come un dizionario delle sigle in medicina (ahimè, quasi sempre incompleto e provvisorio visto il continuo proliferare delle sigle), ma comunque utile per reperire il significato delle sigle:

www.abbreviations.com/category/MEDICAL
https://www.acronymfinder.com/
https://www.medindia.net/medical-abbreviations-and-acronyms/index.asp

Ai lettori: se ne conoscete altri e, più in generale, se volete portare contributi all’argomento sulla base della vostra esperienza, usate la funzione “Commenta” in fondo a ogni articolo.

Acronimi e sigle in medicina

In medicina si fa un uso molto abbondante (anzi, direi eccessivo) di sigle e acronimi. “Sigla” e “acronimo” sono sostanzialmente sinonimi, tuttavia la sigla è formata dalle sole lettere iniziali delle parole che la compongono, mentre l’acronimo può essere anche formato con più lettere (sillabe) delle parole che lo compongono. Ne deriva che nelle sigle le lettere vengono pronunciate separatamente, mentre gli acronimi possono essere pronunciati come se fossero un’unica parola. Entrambi sono abbreviazioni, anche se queste ultime vengono per lo più intese come forme contratte di una sola parola (come “pag.” per pagina, o “es.” per esempio).

Degli acronimi si fa un uso frequente per identificare i trial clinici: per esempio, BEST (Beta-blocker Evaluation Survival Trial), LIFE (Losartan Intervention For Endpoint reduction in hypertension study).

Le sigle vanno usate al posto del termine per esteso solo quando questo ricorre nel testo con una certa frequenza e non, per esempio, se compare solo tre o quattro volte in tutto. Un loro uso eccessivo, come in certi abstract, appesantisce il testo, tanto nella lettura quanto nell’aspetto grafico.

Le sigle vanno sempre esplicitate la prima volta che compaiono nel testo, e tale esplicitazione va ripetuta, preferibilmente, in ogni nuovo capitolo o sezione del testo stesso, a meno che si sia preferita una legenda o un’appendice riepilogativa di tutte le sigle usate con il loro significato. Può essere fatta eccezione per quelle ormai universalmente riconosciute (DNA, AIDS…), così come per quelle usate in una pubblicazione specialistica (può suonare ridicolo, per esempio, ricordare in una pubblicazione per cardiologi che ECG sta per elettrocardiogramma!).

Una stessa sigla può avere più significati, ragione in più per esplicitarla sempre: AV, per esempio, può stare sia per “atrioventricolare” sia per “arterovenoso”; CRF per “insufficienza respiratoria cronica (chronic respiratory failure)”, ma anche per “insufficienza renale cronica (chronic renal failure)”, oppure “fattore che favorisce la liberazione della corticotropina (corticotropin-releasing factor)”, o ancora “scheda raccolta dati (case report form)”.

La forma più corretta per esplicitare una sigla è quella riportata nei seguenti esempi:

  • barriera ematoencefalica (BEE)
  • broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)
  • malattia di Alzheimer (Alzheimer disease, AD)
  • virus dell’epatite C (hepatitis C virus, HCV).

Si noti che nei primi due esempi le sigle derivano da termini italiani e quindi è sufficiente far seguire solo, tra parentesi, la sigla corrispondente, mentre quando la sigla deriva da un termine inglese si riporterà sempre tra parentesi, in corsivo, il termine stesso per esteso, seguito dalla sua sigla (in tondo).

Alcuni preferiscono, nell’esplicitazione inglese, l’uso delle iniziali maiuscole (nell’esempio di cui sopra, Hepatitis C Virus), così da richiamare con maggior immediatezza la sigla. Tuttavia, tale forma appesantisce il testo ed è sconsigliabile (tranne, naturalmente, quando nella sigla ricorrono nomi propri). Proprio per non appesantire il testo, nel linguaggio giornalistico le sigle vengono scritte in M/m (per es., Aids, Dna), ma non così in un testo di medicina dove vanno sempre scritte tutte in maiuscolo (o nel più elegante maiuscoletto).

Le sigle non vanno mai puntate e preferibilmente non vanno usate nei titoli.

PS: nell’immagine, un ritaglio della copertina del “mitico” Dizionario delle sigle mediche, di Mario Lucchesi, Raffaello Cortina Editore, fermo – ahimè – al 1994, anche perché oggi avrebbe lo spessore di un dizionario e verrebbe continuamente scavalcato dal quotidiano in quanto ogni giorno vengono coniate nuove sigle.