Come redigere la bibliografia

La bibliografia è una componente fondamentale di ogni testo scientifico, è pertanto  essenziale sapere come redigere correttamente le voci bibliografiche.

Quello che segue è un esempio di voce bibliografica scritta correttamente:

Mantovani A, Sica A, Sozzani S, et al. The chemokine system in diverse forms of macrophage activation and polarization. Trends Immunol. 2004 Dec;25(12):677-86. doi: 10.1016/j.it.2004.09.015. PMID: 15530839 Review.

(Ho scelto come esempio, non a caso, una pubblicazione del professor Alberto Mantovani, l’immunologo italiano più citato al mondo.)

Gli autori: come si vede, si riportano i primi tre, seguiti da “, et al.” Alcuni preferiscono arrivare a sei autori, ma è francamente troppo. Ogni autore compare con il cognome seguito dall’iniziale del nome, non puntata. In caso di più nomi le iniziali saranno accorpate, sempre senza punto.

Il titolo dell’articolo: va riportato per esteso, senza iniziali maiuscole, tranne per la prima parola o per eventuali nomi propri.

Il titolo della rivista: va riportato nella forma indicata dalla National Library of Medicine (www.ncbi.nlm.nih.gov/nlmcatalog/journals). Tranne che per le riviste con un unico nome (per es., Cancer) il titolo è sempre abbreviato (per es., The New England journal of medicine diventa N Engl J Med, il Journal of the American Medical Association diventa JAMA ecc.). Va riportato in tondo e non in corsivo.

Seguono i dati relativi alla pubblicazione: anno, mese, numero/i che identificano l’elemento, intervallo di pagine. Quest’ultimo è di solito nella forma abbreviata (nell’esempio riportato, 677-86), ma è consentito riportare anche la forma estesa (677-686). Si noti l’assenza di spazio tra  i numeri, ma anche in questo caso è consentito metterli (il che è anche più elegante).

Infine il doi e il PMID: il primo (digital object identifier – identificatore di un oggetto digitale) è uno standard che consente l’identificazione duratura e univoca di oggetti di qualsiasi tipo all’interno di una rete digitale, e l’associazione ad essi dei relativi dati di riferimento – i metadati – secondo uno schema strutturato ed estensibile. Il secondo (PubMed Identifier) è un numero unico assegnato a ciascuna citazione su PubMed. Non è indispensabile che questi dati siano sempre presenti nella voce bibliografica, ma certamente la loro indicazione è di grande aiuto per chi utilizzerà quella bibliografia.

Naturalmente, ci sono infinite variabili: quando gli autori sono organizzati come gruppo di ricerca o come editor, quando si tratta di un supplemento (nel qual caso si userà la forma “Suppl” seguita dal numero dello stesso e dall’intervallo di pagine preceduto da “S” [per es., Suppl 2:S93-9]), o di una parte (per es., Pt 2), oppure quando si precisa la tipologia della pubblicazione (editoriale, lettera, abstract…), o il classico “Epub” seguito da data che identifica un articolo pubblicato on line prima che a mezzo stampa (per es., Epub 2002 Jul 5).

E poi, naturalmente, i libri, i volumi, la cui citazione segue regole diverse, per esempio quella che segue è la citazione dell’ultima edizione del mitico Harrison’s:

Jameson JL, Fauci AS, Kasper DL, Hauser SL, Longo DL, Loscalzo J, editors. Harrison’s Principles of internal medicine. 20th edition. New York: Mc Graw Hill; 2018.

Si noti la sequenza autori (in questo caso editor), titolo del volume, numero edizione, città sede dell’editore, editore, anno. Si faccia caso anche alla punteggiatura (due punti dopo la città, punto e virgola dopo l’editore).

Infine, visto che nel precedente articolo ci siamo occupati di numeri, come vanno trattati i numeri che nel testo rimandano alla bibliografia? Vanno composti, preferibilmente, ad apice; in alternativa, nel corpo testo, tra parentesi tonde o quadre. Qualora vi siano due numeri che rimandano ad altrettante voci bibliografiche non inserire uno spazio tra questi, ma solo la virgola separatrice; se invece i numeri rimandano a un intervallo di voci bibliografiche, usare il trattino (per es., 1-4 [che rimanda alle voci bibliografiche da 1 a 4]). È preferibile posizionarli dopo un eventuale segno di punteggiatura, senza spazio.

PS: naturalmente qualcuno porrà delle obiezioni a quanto sopra, è comprensibile a due condizioni: la prima liberarsi da consuetudini errate purtroppo molto radicate, la seconda rispettare comunque l’uniformità. Ciò che è inaccettabile in uno stesso testo è trovare voci bibliografiche redatte con criteri diversi: se per esempio usate sino a sei autori che siano sempre sino a  sei, e non tre; se usate l’intervallo esteso per i numeri di pagina, che non ci sia anche quello abbreviato; se usate gli spazi tra i numeri che identificano una pubblicazione che non ci siano poi voci senza detti spazi.

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